tradimenti
Il cazzo scuro e il sasso.
di anita69
10.03.2021 |
6.151 |
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"Quella volta ci disse: usciamo di qua, venite dietro la mia auto, porto un mio amico che gli piace guardare..."
Il Car Sex in estate è sempre stato un piacevole gioco: l’incontro al buio, la diversità di rapporti mai uguali, l’eccitazione nell’avere spettatori, nel fare sesso sapendo che ti stanno guardando e a volte che stanno aspettando il loro turno per scoparti.Peccato che ultimamente sia difficile farlo.
Troppi singoli maleducati, troppo insistenti, che non capiscono che se una coppia per appartarsi sceglie una persona o due per farli assistere o anche qualcosa di più, non vuol dire che possono partecipare in venti.
Così si sputtanano i posti migliori, così si prende paura e non si gioca più.
Negli anni ho fatto alcuni car sex eccellenti con Gius ed alcuni con la stessa persona, Pino, perché bravo nel giocare ma soprattutto nell’impedire “ai colleghi” di venire a disturbare, salvo quelli ammessi per sua e nostra scelta, al car sex.
Con Pino, ricordo uno dei primi: lo trovammo al suo “posto di lavoro” in quel di Migliarino. Ci piaceva di lui, oltre l’aspetto e la simpatia, l’autorità con cui metteva a stare i moltissimi "colleghi" che subito accorrevano a circondare la nostra auto, appena ci fermavamo vicino alla rotonda sul mare.
Quella volta ci disse: usciamo di qua, venite dietro la mia auto, porto un mio amico che gli piace guardare.
Ci condusse non molto lontano, ma in campagna, in uno stradello che era chiuso da un grande masso.
Cominciammo a giocare, noi in auto e lui e il suo amico all’esterno.
Era una delle prime volte, che ci appartavamo così.
Mi tolsi i jeans e la maglietta, rimasi in slip e reggiseno, passai lentamente le mie mani sui seni o poi sulla fica per farli arrazzare.
Pino e il suo amico sfoderarono i loro uccelli, quello di Pino era di notevoli dimensioni, l’altro più sul normale ma era scuro, quasi nero, mai visto una cosa simile, perché il tizio era bianchissimo.
Abbassai i pantaloni di Gius, gli tirai fuori l’uccello che già stava crescendo e iniziai a fargli un pompino eccitata per gli spettatori presenti.
Gius mi disse di mettermi in ginocchioni sul sedile e aprire le cosce e lui, il porco, abbasso il finestrino dalla parte dei due guardoni.
Subito i due misero le loro mani sul mio culo, mi abbassarono gli slip e iniziarono a toccare la mia fica che era già in calore.
Pino mise la testa dentro il finestrino dell’auto e cominciò a leccarmi: prima il buchetto e poi la passera che era un lago di umori, mentre continuavo a spompinare i mio Gius.
Vennì urlando in un orgasmo squassante che mi obbligò ad accasciarmi sul sedile spossata.
Mi fecero risposare solo pochi minuti, poi i due ragazzi mi fecero uscire dall’auto e mi fecero appoggiare con le braccia al masso enorme che bloccava lo stradello.
Pino, che comandava i giochi, mi tolse gli slip e il reggiseno, lasciandomi nuda ma eccitata e piegandomi a pecorina sul masso.
Mostravo così tutte le mie nudità, la fica e il culo al'aria aperta.
Gius mi venne vicino e iniziò a baciarmi sulla bocca mentre con le mani iniziava a mantrugiarmi le poppe.
Il terzo ragazzo stava segando il suo cazzo non male, ma nero come la pece che faceva impressione sulla sua pelle che era bianchissima.
Pino appoggiò la cappella del suo notevole cazzo, sulle labbra della mia fica gocciolante, abbondantemente bagnata per l'orgasmo che avevo avuto poco prima.
Le sue mani mi aggranfiarono le chiappe e lentamente iniziò a penetrarmi con il suo uccello duro e teso, piegata a 90° schiacciata sul masso, a pecorina.
Dissi a loro che volevo solo Pino e Gius e l’altro, quello con il cazzo scurissimo, doveva solo guardare.
Pino posizionato il suo cazzone in fondo alla mia fica, prese a martellarmi con ritmo, pigiando sempre più forte.
Mi spingeva verso il masso e le mie poppe sballottanti sotto i colpi di Pino finivano per sfregarsi piacevolmente ma dolorosamente sulla dura pietra.
Allora Gius si mise a sedere sulla pietra e io appoggiai le mani sulle sue cosce, prendendo in bocca il suo uccello che ad ogni scopata di Pino, entrava fino in fondo, alla mia bocca.
Venni nuovamente mugolando come una gatta in calore e Pino si scarico con tre colpi feroci nella mia fica, che iniziò a gocciolare broda sulle mie cosce.
Allora Gius e Pino si scambiarono di posto, Gius entro nella mia fica piena di broda e la mia bocca si avvolse sul cazzo di Pino, che iniziai a ripulire con cura con la la lingua.
Sotto i colpi di Gius ricominciai a godere di nuovo fino ad avere un altro orgasmo devastante.
Mi contorsi tutta cascando quasi in terra e obbligando Gius ad uscire dalla mia fica.
Appena mi fui ricomposta e messa nuovamente a pecora, un cazzo tornò dentro la mia fica e la mia bocca su quello di Pino.
Continuavo a essere scopata con grande ardore, metre la mia bocca succhiava l'uccello di Pino, fino a che le sue mani mi piegarono la faccia verso l'uccello di Gius che era comparso accanto al masso.
Realizzai allora che il cazzo che avevo dentro la fica era quello scuro che non volevo, ma ormai la libidine era inarrestabile ed ho continuato a farmi scopare di brutto, da lui ma anche dagli altri due, fino a che Gius non ha sbrodato nella bocca e il cazzo scuro nella mia fica.
Il cazzo ero nero ma la broda con cui mi riempì era di un bianco latte, ma tanta mai che pensai che non scopasse da molti mesi.
Anita
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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